La nave Life Support di Emergency ha concluso ieri sera alle 19.20 un secondo soccorso nelle acque internazionali della zona Sar libica, portando in salvo altre 21 persone. I naufraghi si aggiungono alle 50 persone soccorse sempre ieri mattina.
Complessivamente sono ora al sicuro a bordo della nave di Emergency 71 persone. Il secondo caso riguardava una piccola barca in vetroresina inadatta ad affrontare la traversata del Mediterraneo, avvistata direttamente dal ponte di comando della Life Support poco prima delle 19.
Soccorso immediato per barca sovraccarica
"Ieri sera mentre ci apprestavamo a raggiungere la posizione di un secondo caso di barca in difficoltà, abbiamo visto due mezzi che si avvicinavano alla nostra nave", spiega Jonathan Nanì La Terra, Capomissione della Life Support di Emergency. "Ci siamo resi conto che uno dei due era sovraccarico di persone senza giubbotto salvagente e che chiedevano aiuto".
Il team di soccorso ha messo in acqua un mezzo e si è avvicinato al barchino. Dopo una prima valutazione del caso e la distribuzione dei salvagente, ha trasferito le persone a bordo del mezzo di soccorso e poi al sicuro sulla Life Support.
Destinazione Ancona per lo sbarco
La nave sta ora navigando verso Ancona, il porto sicuro assegnato dalle autorità italiane, dove arriverà il 26 luglio alle 13 circa. Le 21 persone soccorse ieri sera sono tutti uomini, tra cui quattro minori non accompagnati.
I naufraghi provengono da Egitto, Bangladesh, Eritrea, Somalia e Myanmar. Tre persone che erano a bordo dell'imbarcazione in difficoltà hanno rifiutato il soccorso e si sono allontanate insieme all'altro mezzo che si era avvicinato senza interferire con le operazioni.
Donna incinta tra i soccorsi
Tra i 71 naufraghi a bordo della nave di Emergency ci sono due donne, una delle quali incinta al nono mese, e 15 ragazzi minori non accompagnati. "Abbiamo attualmente a bordo 71 persone, tra loro ci sono anche minori non accompagnati e una donna alla 36esima settimana di gravidanza", dichiara Serena Buzzetti, Medical team leader della Life Support.
"Tutti sono molto provati dal viaggio ma fortunatamente al momento nessuno presenta criticità cliniche", aggiunge Buzzetti. Secondo la responsabile medica, prolungare la permanenza delle persone soccorse a bordo significa procurare loro ulteriore stress e disagio, specialmente per la donna al nono mese di gravidanza che dovrebbe arrivare a terra il prima possibile per ricevere tutte le cure necessarie.
Fonte AGI (www.agi.it)
Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.