Il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova attacca duramente il governo per la rinuncia di UniCredit alla scalata su Banco Bpm. Secondo il parlamentare, si tratta del "frutto avvelenato della prepotente e strumentale ingerenza del Governo".
Della Vedova punta il dito contro la premier Giorgia Meloni (FdI) e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Lega), accusandoli di aver agito come "arbitro e giocatore". Il deputato sostiene che abbiano utilizzato il Golden Power "come arma contundente per ragioni e con finalità politiche".
Mancanza di trasparenza nell'operazione
"In questa operazione non c'è stata trasparenza e perde il mercato", dichiara il parlamentare di +Europa. Della Vedova critica la gestione dell'intera vicenda, sottolineando come il mercato ne esca penalizzato.
Il deputato ricorda le decisioni del TAR e l'avviso dell'Unione Europea sui profili di illegittimità del Golden Power. Secondo Della Vedova, dopo questi pronunciamenti "Meloni e Giorgetti dovevano ritirarlo".
Richiesta di neutralità del governo
"E penso ancora lo debbano ritirare, ritirandosi così in una neutralità che è clamorosamente mancata", insiste il parlamentare. Della Vedova solleva interrogativi sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione.
Il deputato si chiede provocatoriamente se il governo abbia deciso "che Banco Bpm debba andare in mani straniere - come direbbero loro - perché UniCredit è una banca milanese". Una domanda che lascia trasparire dubbi sulle reali motivazioni dell'intervento governativo.
"Spero di no. Ripeto, ci ripensino e provino a tornare neutrali", conclude Della Vedova, lanciando un ultimo appello al governo per un cambio di rotta sulla questione.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.