L'annuncio del PKK ha segnato il buon esito di un processo di pace durato otto mesi e di un conflitto andato avanti per 40 anni tra Ankara e i separatisti curdi. Lo scorso ottobre il governo turco ha dato il via libera alla formazione di una delegazione con l'obiettivo di negoziare con Abdullah Öcalan la fine del conflitto.
La delegazione era formata da membri del partito filo curdo DEM (ex Hdp) che con il benestare del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si è recata più volte presso la prigione di Imralı per incontrare Öcalan. A fine febbraio è arrivato il momento decisivo con il faccia a faccia.
L'appello del leader turco
Da questo incontro è scaturito l'appello del leader turco che ha chiesto la convocazione del congresso e lo scioglimento del PKK "che ha esaurito la sua funzione storica". Il cinque maggio il PKK ha riunito il congresso e una settimana dopo ha annunciato lo scioglimento dell'organizzazione.
Ora è il momento dell'abbandono delle armi. Va sottolineato che dall'annuncio dello scioglimento del PKK dello scorso maggio non ci sono state operazioni militari turche nel nord Iraq.
Fine di 40 anni di conflitto
Questo segna una svolta storica in un conflitto che ha caratterizzato per decenni i rapporti tra Turchia e popolazione curda. Il processo di pace rappresenta un cambiamento epocale nelle relazioni tra Ankara e i separatisti curdi dopo quattro decenni di lotta armata.
(AGI)tuy/Mal Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.