Il generale libico Osama Njeem Almasri è stato arrestato mercoledì 5 novembre a Tripoli su ordine della Procura generale. Le autorità lo accusano di torture e della morte di almeno un detenuto nel carcere di Mitiga, vicino all'aeroporto della capitale. Secondo fonti locali, tra cui Libya24, la Procura ritiene di avere prove che dimostrerebbero come Almasri abbia sottoposto almeno cinque prigionieri a trattamenti crudeli.
La Procura generale di Tripoli ha emesso un comunicato ufficiale. «A seguito delle indagini sui fatti attribuiti all'ufficiale di polizia Osama Njeem Almasri, il sostituto procuratore generale ha completato la raccolta di informazioni relative alle violazioni dei diritti dei detenuti dell'istituto di correzione e riabilitazione di Tripoli», si legge nella nota. I detenuti hanno segnalato di aver subito torture e trattamenti crudeli e umilianti. L'investigatore ha condotto un interrogatorio «sulle circostanze relative alla violazione dei diritti di dieci detenuti e alla morte di un detenuto a seguito di tortura». Il generale è attualmente in custodia cautelare.
Il caso italiano
L'arresto assume particolare rilevanza perché Almasri era stato fermato a Torino il 19 gennaio su mandato della Corte Penale Internazionale per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Due giorni dopo, il generale è stato rimpatriato in Libia con un volo di stato italiano, senza attendere il parere del Ministro della Giustizia. La decisione ha scatenato polemiche e un'inchiesta a carico dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del delegato ai servizi segreti Alfredo Mantovano per presunto favoreggiamento. La Camera dei Deputati ha negato l'autorizzazione a procedere e il fascicolo è stato archiviato.
Chi è Almasri
Osama Njeem Almasri è l'ex capo della polizia penitenziaria libica e leader della milizia Rada. Il governo di Tripoli guidato dal premier Abdel Hamid Dbeibeh ha messo fuorilegge la milizia e ha rimosso ad Almasri l'autorità sulla polizia giudiziaria. Testimoni presenti al momento dell'arresto hanno riferito che «il generale appariva sorridente mentre veniva condotto in custodia».
L'arresto a Tripoli si inserisce nella nuova politica di cooperazione del governo libico con la Corte Penale Internazionale. Riflette anche le tensioni tra la milizia Rada e l'esecutivo di Dbeibeh.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).








