Più di mille famiglie sono fuggite da Deir al-Balah, nella regione centrale di Gaza, nelle ultime ore. La fuga è avvenuta in seguito agli ordini di evacuazione impartiti dall'esercito israeliano prima della sua prima operazione di terra nella città.
Lo ha riferito l'Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha). L'agenzia delle Nazioni Unite stima che tra le 50.000 e le 80.000 persone si trovassero nell'area designata per l'evacuazione forzata al momento dell'ordine israeliano.
Prima operazione terrestre nella città
L'area interessata dall'evacuazione copre circa 5,6 chilometri quadrati. In quasi 22 mesi di offensiva, l'esercito israeliano finora non aveva mai lanciato un'operazione di terra a Deir al-Balah.
La città era diventata cruciale per gli sfollati e un importante centro operativo per molte organizzazioni internazionali. "Il personale delle Nazioni Unite rimane a Deir al-Balah, distribuito in decine di strutture", ha avvertito l'Ocha.
Infrastrutture vitali a rischio
Le coordinate del personale Onu sono state condivise con le parti interessate. "Queste località, così come tutti i siti civili, devono essere protette, indipendentemente dagli ordini di evacuazione", ha dichiarato l'agenzia.
L'area comprende diversi magazzini umanitari, quattro cliniche di assistenza primaria e quattro centri medici. Include anche l'impianto di desalinizzazione di Gaza Sud, oltre a un serbatoio d'acqua, una discarica di rifiuti solidi e una stazione di pompaggio delle acque reflue.
Conseguenze potenzialmente letali
"Qualsiasi danno a queste infrastrutture avrà conseguenze potenzialmente letali", ha aggiunto l'Ocha. L'operazione rappresenta un'escalation significativa nel conflitto in corso.
La situazione umanitaria nella regione rimane critica, con migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case in cerca di sicurezza.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.
