Caso Raoul Bova: il Garante oscura conversazioni private diffuse da Corona

upday.com 3 godzin temu
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Sono stati oscurati i contenuti pubblicati sui canali social relativi alle conversazioni private di Raoul Bova. Il Garante per la protezione dei dati personali e Google hanno disposto la rimozione dei materiali diffusi da Fabrizio Corona sul programma «Falsissimo», accertando la diffusione illecita di dati sensibili in violazione della normativa sulla privacy.

La decisione è arrivata dopo le segnalazioni e denunce degli avvocati Annamaria Bernardini de Pace e Violante Di Falco in difesa dell'attore protagonista di «Don Matteo». Meta, Google, TikTok, X Corp e le altre piattaforme coinvolte hanno accettato la scelta del Garante ed eseguito immediatamente la cancellazione delle pubblicazioni.

«È una vittoria non solo personale, ma di principio», sottolinea l'avvocato Bernardini de Pace. La legale evidenzia come il provvedimento riaffermi «il diritto alla privacy, al decoro e alla verità in un'epoca in cui i social vengono usati per distruggere la reputazione delle persone».

Indagine per estorsione

Come riporta Il Fatto Quotidiano, la Procura di Roma ha aperto un'indagine per estorsione con Federico Monzino come figura chiave del caso. Secondo Fanpage, Monzino è descritto come un PR milanese appartenente a una famiglia industriale che avrebbe contattato Corona per la diffusione del materiale.

Il provvedimento del Garante ha portato alla sospensione dei canali incriminati, inibendo la possibilità di proseguire la campagna diffamatoria. L'autorità ha formalmente comunicato la decisione a tutte le società tecnologiche coinvolte, ottenendo la loro collaborazione nella rimozione immediata.

Diffusione ancora in corso

Nonostante la rimozione da YouTube, come segnala Fanpage, l'audio continua a circolare su Instagram, Telegram, TikTok e Facebook. La frase virale, localizzata al minuto 38:43 dell'episodio 13 di Falsissimo su YouTube, ha mantenuto la sua diffusione sulle altre piattaforme.

Secondo La Gazzetta dello Sport, Raoul Bova ha registrato presso l'Ufficio Brevetti italiano sia la frase completa che l'espressione «occhi spaccanti». Questa mossa legale potrebbe fornire ulteriori strumenti di tutela contro l'uso non autorizzato delle sue parole private.

Fonti utilizzate: "AGI", "Il Fatto Quotidiano", "Fanpage", "La Gazzetta dello Sport"

Fonte AGI (www.agi.it)

Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

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