Dazi USA 30%: Confcommercio avverte su impatti devastanti

upday.com 4 godzin temu

I dazi americani al 30% sulle importazioni europee rischiano di generare "impatti pesantissimi" sulle catene di approvvigionamento. L'allarme arriva dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che avverte sui danni per imprese, lavoratori e consumatori su entrambe le sponde dell'Atlantico.

La Banca Centrale Europea aveva già stimato gli effetti devastanti di questa misura protezionistica. Nell'ipotesi di dazi al 28% con risposta reciproca europea, la crescita dell'area euro diminuirebbe di mezzo punto percentuale nel 2025.

Previsioni economiche allarmanti

Le stime della BCE dipingono uno scenario preoccupante per i prossimi anni. La crescita calerebbe dello 0,7% nel 2026 e dell'1,1% nel 2027, secondo quanto riportato da Sangalli in un'intervista a Qn.

L'Italia, quarta economia esportatrice mondiale, sarebbe particolarmente colpita dalla guerra commerciale. Nel 2024 l'export italiano verso gli Stati Uniti ha superato i 64,5 miliardi di euro, rappresentando oltre il 10% del totale delle esportazioni nazionali.

Settori più vulnerabili

I dazi inciderebbero principalmente su tre comparti strategici dell'economia italiana. Agroalimentare, farmaceutica e meccanica sono i settori con domanda più esposta alle variazioni di prezzo, secondo l'analisi di Confcommercio.

Tuttavia, una recente analisi di Banca d'Italia offre qualche elemento di ottimismo. Il 43% delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti è costituito da prodotti di elevata qualità, maggiormente resistenti alle variazioni dei prezzi.

Strategie di contenimento

Le filiere produttive potrebbero adottare misure per limitare l'impatto dei dazi. Questo avverrebbe attraverso riduzioni dei margini, anche se comporterebbe sacrifici economici per le aziende coinvolte.

La qualità del made in Italy potrebbe rappresentare un fattore protettivo in questa fase di incertezza commerciale. I prodotti di eccellenza italiana mantengono infatti una maggiore capacità di resistenza alle fluttuazioni di prezzo sui mercati internazionali.

Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

Idź do oryginalnego materiału