La Cassazione ha stabilito che il reato di epidemia può essere configurato anche per omissione, non solo per azione diretta. Una decisione che potrebbe cambiare radicalmente gli scenari futuri delle responsabilità penali in caso di pandemia.
La Suprema Corte ha definito "anacronistico" ritenere che il reato di epidemia sia solo commissivo e non anche omissivo. Nelle motivazioni della sentenza del 10 aprile scorso, i giudici hanno annullato con rinvio l'assoluzione di un dirigente sanitario dell'ospedale di Alghero.
Nuovo approccio della giurisprudenza
Il dirigente era accusato di epidemia colposa per non aver adottato misure adeguate a evitare il diffondersi di un focolaio di Covid. Il tribunale di Sassari lo aveva assolto, ma ora dovrà rivalutare il caso.
La Cassazione spiega che quando il reato venne introdotto nel codice, "il fenomeno veniva prospettato come essenzialmente doloso". Era legato agli esiti della prima guerra mondiale e all'uso delle armi batteriologiche.
Contesto moderno e gestione del rischio
Nell'attuale contesto socio-scientifico-tecnologico, i risvolti dell'epidemia "evocano sempre più i profili di gestione del rischio sanitario". Si relazionano a condotte "quasi esclusivamente inosservanti e perlopiù colpose", secondo i giudici.
Durante la pandemia erano state avviate numerose indagini con un ragionamento analogo a quello dei giudici sardi. La giurisprudenza era sempre stata netta nell'escludere il reato in forma commissiva.
Precedenti archiviazioni e nuovi scenari
Tutte le indagini erano finite sostanzialmente con archiviazioni. Compresa quella della Procura di Bergamo, poi in parte finita al Tribunale dei Ministri, nella città epicentro del contagio.
Questa decisione della Cassazione potrebbe ribaltare completamente gli scenari futuri delle responsabilità in tema di pandemia. Un precedente che avrà sicuramente ripercussioni su future emergenze sanitarie.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.
